Opere
Piattaforme, Frammenti, Sequoie, Marmi
Il clima generato dallo sbarco sulla luna e dalle nuove prospettive suggerite da quell’evento è per Vermi fonte di ispirazione di una nuova fase artistica, che guarda all’infinito, allo spazio, all’universo. “Un lavoro che definirei spazio” scrive Vermi, “per spazio ora intendo il vuoto, lo spazio di fuori della terra, lo spazio cosmico. L’uomo infatti, per la prima volta nella sua esistenza, vince la forza di gravità, conquista che avrebbe cambiato le sorti dell’intera umanità, anche se non se ne rende conto, occupato com’è a vivere il proprio quotidiano”.
Nascono le prime Piattaforme, a indicare una chiara direzione di viaggio, dopo gli Approdi.
Vedono la luce anche i Frammenti, gli Spazi e le Cattedrali.
20 milioni di anni luce, mostra-evento esposta anche ai Piombi di Venezia e alla Rotonda della Besana a Milano, è dedicata proprio a queste opere in legno, dalle forme curve, come sezioni arrotondate che sembrano venire da altri spazi. Collocate a gruppi o da sole, per terra o appese, esse sembrano tracciare la rotta per un decollo e suggerire un’estetica ed etica cosmiche.
Proprio a seguito di queste esperienze, Vermi progetta una piattaforma monumentale in cemento da installare nel Sahara.
Nel 1980 produce la serie delle Sequoie, tavola della Legge in legno e oro che l’artista restituisce simbolicamente al monte Sinai durante un viaggio in Egitto con Antonio Paradiso e Nanda Vigo. Successivamente realizza i Marmi, sculture solcate da incisioni verticali alle quali talvolta applica piccoli circuiti stampati.
Come icone contemporanee, le opere di Vermi suggeriscono letture spirituali e trascendenti, pur restando ben ancorate a terra. Il legame profondo con la Natura, con un universo sempre e comunque umano, rende i lavori dell’artista, anche i più essenziali e concettuali, emotivamente coinvolgenti.