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Arturo Vermi esposto alla mostra "Nel segno del Cenobio" presso LeoGalleries (Monza), dal 24 giugno al 24 luglio.
- Titolo della mostra: “Nel segno del Cenobio”
- Spazio espositivo: LeoGalleries, via De Gradi 10, Monza
- Periodo: dal 24 giugno al 24 luglio
- Orari di apertura: mar-ven: 15.00/19.00; sab 10:00/13:00 – 15.00/19.00
Milano, 1962: nella fertile stagione artistica che fa del capoluogo lombardo una delle capitali dell’arte europea, un gruppo di artisti inaugura una significativa riflessione sulla pittura come valore espressivo-scritturale. Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Ettore Sordini, Angelo Verga e Arturo Vermi sono i membri di questo nuovo sodalizio, dalla storia breve ma intensa: il Gruppo del Cenobio. Nella ferma volontà di star lontani dalle logiche del mercato, essi intrecciano le loro diverse storie di artisti, per cercare risposte in un’arte segnica, profondamente evocativa, quasi una scrittura privata, lontanissima dai clamori dei linguaggi allora in voga, quali quello della Pop Art.
Gli artisti del Cenobio (il nome proviene dall’omonima galleria d’arte milanese) fanno la loro prima apparizione pubblica ufficiale come gruppo nel dicembre del 1962. In mostra le opere sono accompagnate da un brano di Strindberg tratto da L’isola dei beati. L’anno dopo espongono alla Galleria L’indice. Il catalogo presenta un testo introduttivo di Alberto Lùcia. Seguirà una mostra a Firenze.
Il segno è l’assoluto protagonista delle loro ricerche, accomunate proprio dall’esigenza di proporre una nuova interpretazione dell’atto pittorico in un’epoca in cui le tendenze d’avanguardia – dagli artisti di Azimut al Gruppo T – stavano rivolgendosi ad altre forme espressive. Nelle loro opere il segno, tracciato con caratteristiche differenti a seconda della personalità di ciascuno, si fa portatore di una narrazione poetica ed emotiva, libera ed autonoma.
Al segno arrivano da territori diversi: Vermi e Ferrari provengono da esperienze informali e giungono quasi contemporaneamente alla definizione di un nuovo linguaggio potentemente poetico; La Pietra ci arriva inseguendo l’ambizione di superare i confini e spezzare il sistema precostituito; Sordini e Verga, invece, si sono mossi fino ad allora nell’ambito del movimento Nucleare e pensano al segno come scrittura e comunicazione.
Il gruppo si scioglie dopo meno di due anni di attività ma l’impronta lasciata dall’esperienza comune resterà forte nella ricerca dei singoli artisti. Ciascun esponente proseguirà poi il proprio cammino, accentuando, con attitudini e modalità diverse, aspetti differenti dell’ipotesi espressiva esplorata dal movimento.
La mostra proposta da LeoGalleries indaga con una attenta selezione di una quindicina di opere dell’epoca, la breve ma assolutamente significativa storia di questo movimento che per questi motivi è ancora più interessante da avvicinare e approfondire.
Messe l’una accanto all’altro, le opere dei cinque artisti del gruppo, rivelano una notevole coerenza di pensiero e rendono evidentissima la straordinaria intensità e sensibilità con cui essi interpretavano il segno; un segno che è al contempo strumento di comunicazione, elemento costruttivo e motivo pittorico; un segno capace di raccontare l’uomo, di tracciare lo scorrere del tempo e di farsi contemporaneamente storia, traccia e poesia.
Simona Bartolena